Già dal titolo, TanguEros, si evince la natura estremamente passionale di questa raccolta di dodici racconti scaturiti dalla fantasia di Mario Abbati. Sembra che questa danza davvero imprevedibile, complessa e divertente, sia una grande passione dell’autore, come possiamo notare anche dalle molte delle sue opere, come La donna che ballava il tango in senso orario (2011) e Vado a comprarmi le scarpe da tango (2015). La ragione è da ricercare nella natura stessa di questo tipo di ballo, dove la coppia comunica attraverso il corpo, scambiandosi costantemente sensazioni ed emozioni; l’evoluzione del ballo non è codificata, ma cambia sempre a seconda della sensibilità e l’estro dei ballerini. Se si frequenta per la prima volta una milonga si resta impressionati dal fatto che ogni coppia si muove in maniera decisamente svariata. Durante la serata si ha difficoltà a ritrovare le stesse figure e si è portati a credere che il numero di passi sia elevato. Questa percezione non è del tutto sbagliata, poiché ogni coppia può costruire nuovi passi a partire da un limitato numero di elementi, cosa che effettivamente avviene spesso durante il ballo anche fra persone che non si sono mai incontrate, e ciò rende questa danza estremamente intrigante e coinvolgente…
I racconti, tutti molto interessanti, aprono uno spaccato multiforme e variegato sul mondo dei taungueros. Il protagonista assoluto è Mario, ballerino smaliziato alla ricerca dell’amore. In Fernandito, un pavimento in parquet lucidato per sbaglio con la cera rischia di mettere a repentaglio la serata de L’Appennino Tango Festival: la soluzione che Mario proporrà al proprietario dell’albergo per evitare che i ballerini si trasformino in pattinatori sul ghiaccio avrà delle conseguenze davvero inaspettate… Ne La Cumparsita, Isotta chiede a Mario di partecipare come compagno ufficiale alla performance di tango che eseguirà di fronte al pubblico della sua accademia di danza. L’ improvvisa sostituzione di Mario con un altro ballerino innesca una miccia che trasforma la magia del tango in una vampata di tragedia, il tutto innaffiato dalla melodia semplice e coinvolgente della Cumparsita.
Ciascuno dei dodici racconti si sofferma sui vari aspetti della passione di Mario per il tango e il mondo che lo circonda: il risultato è un universo multiforme e sfaccettato di situazioni talvolta comiche, altre paradossali e altre ancora a tinte fosche. Su tutto prevale la ricerca dell’amore, che porta Mario ad imbattersi in numerose tipologie di donne, ciascuna con le sue peculiarità… inutile dire che l’uomo ogni volta s’ illude di aver trovato la persona ideale, ma purtroppo il miraggio amoroso si dissolve presto, quando la musica del tango cessa e sulla sala da ballo si spengono le luci.
Ho apprezzato molto il modo di scrivere dell’autore: semplice, ma d’effetto. Il protagonista Mario è davvero simpatico; la sua natura altruista, talvolta, lo caccia nei guai, come succede nel racconto che ho preferito: Questione di centimetri, che mi ha fatto ridere di gusto! Ne la Caldaia invece, ho apprezzato la riflessione sul parallelismo tra il tango e la realtà, “percepiti come collegati da un ponte invisibile, che per quanto uno cerchi di nascondersi sotto vestiti scintillanti e scarpe aerodinamiche, alla fine i vuoti esistenziali rimangono là, tanto più evidenti quanto più acuto è lo sguardo di chi osserva.” Penso che questa frase racchiuda appieno lo spirito del libro.
Very good!
prendo nota
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Salve sono nuovo ma come si usano sto blog
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Piano piano smanettando un pochino s’impara
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Per chiederti qualcosa in privato si puo
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Veramente no…c’è la mail
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Capito
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Grazie cmq
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Buona serata
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A te
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Ce una messaggistica
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