LA BELLA FANNY BY PEDRO LENZ

Questa settimana ho avuto l’occasione di leggere in anteprima LA BELLA FANNY di Pedro Lenz, edito da Gabriele Capelli Editore e tradotto dallo svizzero tedesco da Amalia Urbano.

La bella Fanny è un romanzo dal carattere fresco e dinamico, ambientato nello sfondo del contesto bernese. Protagonisti assoluti, due pittori e un romanziere, la cui indissolubile amicizia viene profondamente scossa dall’incontro con una donna speciale. “E’ come un cielo d’inverno. Ha lo sguardo di un vitellino e un’espressione raggiante da far rizzare i capelli in testa anche a un calvo.”.

Il libro è il racconto in prima persona di Frank, detto Jackpot dagli amici, e si dipana attraverso una sagace narrazione degli eventi, impreziosita da brillanti dialoghi.

Centro nevralgico della trama, l’incontro con Fanny, che destabilizza i tre amici. In particolare 20190831_095032.jpgJackpot, romanziere alla perenne ricerca d’ispirazione, rimane molto colpito dalla donna la quale diventa per lui quasi un ossessione, al punto da sentirsi spinto perfino a seguirla di nascosto, e provare gelosia nei confronti di Louis e Grunz, amici pittori settantenni, che stanno lavorando con lei per realizzare dei quadri. Questa infatuazione diventa una sorta di lente, attraverso la quale l’aspirante romanziere osserva i suoi amici e il mondo. Le domande che pone loro, con un inedito interesse, danno vita a sfavillanti discorsi e considerazioni sull’amore, l’arte e l’esistenza in generale. Interessanti le incursioni nel passato di Jackpot attraverso i suoi pensieri estemporanei che, alla stregua delle macchie di Rorschach, evocano collegamenti con episodi della sua vita passata, volti a spiegare alcuni aspetti del suo carattere. Come, per esempio,La bella Fanny il momento in cui l’uomo riflette sulla motivazione, e come questa sia qualcosa di impagabile; ritorna con la mente a quando da ragazzino ha risparmiato per potersi comprare una bici da corsa, coadiuvato dal fatto che suo padre era un accanito tifoso delle corse ciclistiche. L’improvvisa perdita del padre gli fa capire che per lui “quello che abbiamo dentro è il motore e quello che abbiamo fuori è la scintilla. E quando suo padre è morto, il motore c’era ancora, ma senza la scintilla per l’accensione non poteva più farlo partire.”  Queste riflessioni di Jackpot, assieme ai dialoghi assolutamente umoristici, mondani e brillanti, sono il punto di forza di questo romanzo. A fare la parte del leone anche il sentimento dell’amicizia, indissolubile e forte. Una storia positiva, vivace, adatta a tutti.

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Pedro Lenz
La bella Fanny
Traduzione di Amalia Urbano

15×21 cm, 184 pp

 

 

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