La storia comincia durante quello che doveva essere un lavoro di routine nel continente antartico. Durante un rilevamento sul suolo subglaciale situato a qualche centinaio di chilometri dal Polo Sud, vengono rinvenute le tracce di un’architettura titanica, antichissima, distrutta da qualcosa di ancor più mastodontico. Lo sconcerto e la sorpresa saranno ancora più grandi, nel momento in cui verranno ritrovati due corpi ibernati e perfettamente conservati.
In questo romanzo René Barjavel, considerato a pieno titolo il padre della fantascienza moderna francese, si riconferma talento assoluto nel tessere trame accattivanti e molto precise nei dettagli. Il tono suadente della narrazione è molto particolare, e permea tutte le sue opere.
LA NOTTE DEI TEMPI è stato pubblicato per la prima volta all’inizio del 1968 e anticipa l’insieme dei movimenti di rivolta spontanea di natura sociale, politica, culturale e filosofica, che si sarebbero verificati da lì a poco a Parigi. Nel libro l’autore racconta di una civiltà scomparsa, antichissima e molto evoluta, che rivive attraverso gli occhi e le parole di Elea, giunta dal passato intatta, grazie all’ibernazione e ad alcuni ritrovati tecnologici del suo tempo. L’intreccio è piuttosto articolato e intrigante, e al suo interno trovano posto anche il monito sui pericoli nascosti del progresso e l’importanza della salvaguardia dell’ambiente. L’amore gioca una parte fondamentale, a partire dal colpo di fulmine di Simon per Elea, e quello assoluto di Elea e Paikan, crudelmente separati dalla notte dei tempi e dall’oscurità.
Avventura, suspense e romanticismo scandiscono lo scorrere delle pagine, e il mistero dell’antica civiltà sepolta sotto strati e strati di ghiaccio, si disvela in tutti i suoi inquietanti risvolti. La natura umana si dimostrerà all’altezza di affrontare le rivelazioni che scaturiscono da una scoperta tanto sensazionale? Il finale è commovente e inaspettato.
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