LETTERA SULLA PINGUETUDINE di William Banting

LETTERA SULLA PINGUETUDINE di William Banting è un breve saggio di circa ottanta pagine sull’obesità, leggero e dal taglio decisamente ottimista.

Pubblicato per la prima volta nel 1863, questo libricino illustra un regime dietetico basato su un ridotto apporto di carboidrati. In realtà, a prescindere dall’efficacia di una dieta rispetto a un’altra e alla luce del periodo nel quale è stato scritto, si tratta di una lettura da affrontare privilegiando uno spirito di curiosità invece di un punto di vista scientifico.

Dalle pagine emerge come l’obesità venisse percepita ai tempi di Banting, il quale a parte lamentare alcuni disagi di carattere funzionale, per esempio non riuscire ad allacciarsi le scarpe o salire le scale senza affannarsi, si sente a proprio agio nel suo aspetto corpulento. Oggi invece, ci si avvicina alla dieta spesso per motivi di mera immagine.

Il tono di questa lettura è cordiale e allegro. L’autore con ironia e metafore a effetto, insegna in primo luogo a volersi bene, definisce il grasso un parassita insidioso e strisciante, e fornisce numerosi consigli alla gente con problemi di grasso superfluo.

Un saggio che si legge con il sorriso, poiché contiene suggerimenti che al giorno d’oggi sono alquanto scontati, ma per l’autore furono un’autentica rivelazione, tanto da spingerlo con entusiasmo a pubblicare a sue spese l’opera, e condividerla con il vasto pubblico.

In questo periodo storico, nel quale l’immagine è tutto, si vede sempre più spesso proliferare il body-shaming, un fenomeno discriminatorio diffuso soprattutto in rete, attraverso post denigratori sulle persone con una fisicità abbondante. Mi sento di condannare tutti quelli che si permettono di offendere e insultare una persona, solo perchè il suo fisico non corrisponde ai canoni estetici che detta la società.

Il punto cardine di questa lettura è il fatto che Banting sottolinei più volte la necessità di dimagrire per una questione di salute, anziché d’immagine. Un piccolo cambio di prospettiva, ma che fa una differenza enorme.