“Il 14 agosto del 2014 Tommaso Rovere, cinque anni e mezzo, fu vittima di tante piccole sfortune che sommate tutte insieme comportarono una sfortuna molto grande.”
Coincidenze avverse, frustrazioni, gelosia e genitori distratti, sono gli ingredienti principali di questo inquietante romanzo. Una storia spietata, cinica, attraversata da una lama di gelida ironia. Il piccolo Tommaso viene abbandonato sul seggiolino dell’auto di famiglia, sudato, affamato e avvolto da una cappa di calore disumana; nonostante la tenera età, sperimenta sensazioni e situazioni terrificanti per chiunque. L’autore non fa sconti e racconta la successione degli eventi in maniera spietata. La parte del leone la gioca il fato e i protagonisti ne sono vittime inconsapevoli: “Fortuna e sfortuna si alternano invisibili al nostro fianco, ma raramente ce ne accorgiamo: la vita fa le addizioni e le sottrazioni, noi vediamo solo il risultato finale e gioiamo e ci addoloriamo in base a quello.”
La storia avvince, crea sottile tensione, sappiamo che qualcosa di tragico sta per succedere, ma non quando. I vari personaggi galeggiano sul senso di precarietà, preda di oscure premonizioni che strappano il respiro, oppressi da oscure apparizioni, talora sotto forma di figura ammantata in un nero pastrano, immota e innaturale nella sua fissa attenzione.
La vita è un’algebra tutta da risolvere, con meccanismi e regole che spesso ci sfuggono. Molto interessante! Super consigliato.