Ho letto “La Carne” tutto d’un fiato, l’ho divorato; quasi un’esigenza, un istinto irrefrenabile pari a quello che muove le creature descritte in questo libro: fame.
Il mondo non è più lo stesso da quando il protagonista ha otto anni; un incidente terribile in un parco acquatico lo ha mutilato nel corpo e nell’anima.
“A volte sento un dolore appuntito e breve. Una fitta di quelle che ti prendono all’improvviso sulle vecchie cicatrici. Il ricordo di un dolore passato… La memoria della carne che sta soffrendo”.
Una misteriosa connessione lega un ottantenne che fatica a muoversi da solo e un medico, Tancredi. Il dottore è piuttosto scosso: da molti giorni riceve pazienti preoccupati che gli mostrano strani foglietti scritti a mano da loro durante il sonno, dei quali non hanno nessuna memoria e nemmeno ne capiscono il significato.
Una storia per niente scontata che racconta di zombie ma in modo totalmente spiazzante e particolare. Ricordi, visioni e una realtà disturbante che si piega e si deforma nella mente dei protagonisti. Eccentrico e ingannevole, perfetto.
Un pensiero riguardo “LA CARNE-Cristò”