“Il dolore è un veleno che penetra nelle vene, goccia dopo goccia e infesta corpo e anima con il favorire dei giorni. Altre volte è un colpo di maglio improvviso. Nel primo caso hai tempo per intercettarlo, nel secondo devi sperare di essere abbastanza forte da non spezzarti”.
Questa frase, tratta dal libro UN GIORNO LO DIRO’ AL MONDO di Alessandro Milan, mi ha molto colpita e rende bene lo stato d’animo di Derk Rocco Barnabei, condannato a morte in Virginia per omicidio e violenza sessuale, a termine di un processo indiziario durato circa tre settimane.
Ho trovato questa lettura appassionante e drammatica, difficile, ma necessaria. L’autore racconta in modo vivido e scorrevole, la sua passione per il giornalismo sfociata in una professione per la vita, e l’incontro decisivo e fortunato con Santalmassi, pezzo grosso del giornalismo che gli propone di lavorare per lui. Dopo circa tre mesi dall’inizio di questa collaborazione, Milan riceve la copia di un giornale con un articolo cerchiato a penna nel quale una mamma chiede aiuto per suo figlio, vittima a suo dire, di un clamoroso errore giudiziario. Milan, agli inizi della sua carriera, si butta a capofitto nella vicenda e il risultato lo racconta nelle pagine di questo libro, dalle quali traspaiono la passione, la dedizione, lo sconforto e anche la vergogna, nel suo approccio con questa difficile inchiesta giudiziaria.
Gli spunti di riflessione che si possono trarre sono molteplici. Quello secondo me più inquietante è legato al denaro. Per Derek “La giustizia in America ha un cartellino del prezzo molto alto” e difatti si apprende che quasi tutti quelli nel braccio della morte sono poveri uomini, incapaci di comprarsi una difesa decente o un investigatore abile nel trovare qualche attenuante per alleviare la pena. Sconvolgente!
Nel caso di Derek, si aggiungono errori grossolani che sollevano interrogativi scottanti, prove raccolte sulla scena del delitto e mai sottoposte ad alcuna analisi del DNA, oltre a un movente per niente chiaro, e un giudice duro come il marmo.
Alcune descrizioni di come si vive nel braccio della morte fanno accapponare la pelle. Lapidaria e commovente la frase che pronuncia lo stesso Derek “Gli uomini qui piangono sempre, anche se in silenzio. Giorno e notte. Lacrime invisibili”. Nonostante tutti gli sforzi compiuti per bloccare l’esecuzione, Derek verrà ucciso il 14 settembre 2000.
Un libro doloroso, crudo, avvincente come un romanzo.
Un pensiero riguardo “Un giorno lo dirò al mondo di Alessandro Milan”