Come molti appassionati di lettura, ho appreso con grande curiosità i titoli dei dodici libri finalisti al Premio Strega. Tra questi c’è STRADARIO AGGIORNATO DI TUTTI I MIEI BACI di Daniela Ranieri, una lettura impegnativa sia dal punto di vista della mole (siamo a quasi 700 pagine), sia per quanto riguarda lo stile narratorio.
Sconsiglio questa lettura ai distratti e a coloro che prediligono storie d’azione o avventura. Affascinante in modo diverso dal solito, la trama è arricchita da variegate citazioni, rimandi, riferimenti, suggestioni, tanta cultura e ironia a profusione.
Il romanzo è il racconto in prima persona della vita di una donna della quale non viene mai specificato il nome. La protagonista parla della sua nascita nella bella e decadente Roma, accenna alla pandemia da Covid e l’impatto che ha avuto sul mondo e su di lei e prosegue con una riflessione impetuosa e ardente sull’eterno mistero delle correnti amorose…
Devo confessare che all’inizio ho fatto un po’ di sforzo per inserirmi nello spirito dell’opera, probabilmente a causa dell’innegabile natura magnificente dello stile, ma una volta entrata in questo mondo, ne sono stata rapita.
Un libro improntato sul dialogo interiore di una donna sensibile e intelligente: flusso di pensieri, riflessioni, dubbi, curiosità, domande e paure (delle quali stila un elenco minuzioso). La protagonista è ossessionata dai ricordi e appare come dotata di coscienza esagerata e strabocchevole che le impedisce quasi di vivere. Analizza diversi aspetti della quotidianità in modo meticoloso e ironico e si reputa una malata di mente d’amore e infatti si innamora spesso, fino all’incontro fatale con A, incarnazione del vero e del sognato, immaginato e presente, e si scopre perduta.
Nel Capitolo IL MIELE DELL’ ESISTENZA ho vissuto un’esperienza olfattiva (si avete capito bene!). La protagonista racconta la sua passione per i profumi descrivendo le sottigliezze di alcune fragranze note. Squaderna incanti e accompagna i lettori nel suo percorso olfattivo, rappresentando i vari odori e distinguendoli a uno a uno in modo lirico e sorprendente.
“I profumi non occultano la nostra complicata struttura di esseri animali e persone civili, come forse crede chi li ritiene tecnologie utili a mascherare l’odore naturale. Il profumo ci eleva verso l’alto, come i fumi balsamici che portavano le ceneri dei morti verso il cielo durante i riti funebri (da qui -profumo-, dalla maniera di sublimare la materia attraverso il fumo), e ci ingrandisce verso l’esterno con un’aura sottile.”(Cit)
Per me leggere questo romanzo è stato come essere investita da una tempesta multisensoriale. L’autrice crea incantesimi con le parole ad evocare immagini, odori e sapori che si imprimono nella mente.