Di solito non amo leggere romanzi che raccontano di malattia e ospedali perchè mi riportano alla mente vissuti dolorosi e BULKY, diRaffaella Simoncini al suo esordio letterario, verte proprio su queste tematiche.
Mi sono approcciata a questa lettura con l’idea di abbandonarla, qualora si fosse rivelata troppo drammatica. In realtà devo ammettere che nonostante l’argomento e alcune ambientazioni non proprio allegre (si parla pur sempre di ospedali!), Bulky è un libro piacevole che riserva momenti piuttosto divertenti.
Racconta di una giovane donna di nome Luce, colpita da un male terribile e costretta ad una pausa forzata dalla propria quotidianità.
Luce si ritrova immersa in una dimensione sospesa e inedita, nella quale il tempo è scandito diversamente dal mondo esterno, impara nuove cose su di sé e riscopre aspirazioni e desideri che aveva represso sotto la coltre delle aspettative degli altri (quelle paterne soprattutto).
Una storia ricca di suggestioni e buoni sentimenti, positiva nonostante la tragicità delle vicende narrate e a suo modo avvincente.
Lo stile è raffinato, consapevole.
Un inno all’amicizia e alla vita che va vissuta fino in fondo, cercando di non tradire mai se stessi.
“I figli sanno che crescere è imparare a deludere, e di questo non hanno paura. Non hanno paura di disattendere le nostre aspettative, perchè davanti agli occhi vedono la vita intera.”(Bulky)