Mascarò di Haroldo Conti mi ha suggestionata con una scrittura avvolgente, capace di passare da un registro linguistico gergale ad al linguaggio più sofisticato senza mai perdere di intensità e colore.
La storia, avventurosa con frequenti inclusioni nel grottesco, racconta di un variopinto gruppo di personaggi riunitisi a bordo di una sgangherata nave e diretti verso la sfuggente città di Palmares. Dopo molti giorni in mare trascorsi tra ricordi, canzoni, allegria, selvagge peripezie, alte visioni e scogli erratici, quando non sembrava più possibile, giungono a destinazione. I loro destini sono ormai indissolubilmente intrecciati.
Conti descrive, con uno stile sempre impeccabile, il richiamo del viaggio e della libertà inteso come esigenza interiore, salvifica e arricchente: “La strada non è solo un luogo di transito, ma una forma di vita.”
Tutti i protagonisti della storia sono pervasi da questo fuoco, vogliono andare lontano, non importa dove; senza pesi nè tristezze. Non c’è storia, non c’è passato, soltanto la pienezza del tempo nella quale poter ritrovare il proprio centro. “La vita è una nave più o meno bella. Perchè tenerla all’ancora? Lasciamola andare. Perchè lo dico? Perchè il meglio della vita lo buttiamo via cercando sicurezze. Porti, ripari e ancoraggi sicuri.”
Mascarò, alias Bembé, figura solo apparentemente marginale, rappresenta l’emblema potente di questo errare: nessuno sa chi sia davvero, ma ovunque passi il carrozzone del circo dell’Arca con lui e i suoi compagni a bordo, la gente comincia a cambiare.
Pregevole opera, arricchita da un’interessante prefazione di Gabriel García Márquez che racconta di come Conti, uno dei massimi scrittori argentini, nel 1975 all’età di cinquantuno anni, viene inserito in una lista di “agenti sovversivi” e successivamente prelevato da un commando di sei uomini, bendato, legato mani e piedi e fatto sparire per sempre.
Lettura che celebra l’arte e la libertà, densa di significati e vivide immagini.
La Lettrice Assorta 
Mascarò è bellissimo e altrettanto bello, sebbene molto diverso, è Sudeste, sempre di Conti, sempre uscito per Exorma
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