CHUCK KLOSTERMAN-L’UOMO VISIBILE

l'uomo visibile

L’UOMO VISIBILE di CHUCK KLOSTERMAN è stata una lettura piuttosto inquietante. “Y”, il protagonista principale, riesce a mimetizzarsi così bene da girare inosservato negli ambienti più privati e inaccessibili della sfera intima delle persone. Perchè lo fa? Lo svela lui stesso in questo singolare romanzo.

Accattivante l’espediente di raccontare la storia attraverso la voce di Victoria, psicologa dal portafoglio clienti ridotto e dalle credenziali professionali piuttosto limitate, che decide di scrivere un libro sulla sua esperienza alle prese con un paziente fuori dall’ordinario.

La donna scrive al responsabile della casa editrice interessata alla pubblicazione, palesando tutta una serie di incertezze che la rendono fin da subito simpatica. Il romanzo prosegue con la narrazione delle sedute. Il paziente per motivi di privacy viene denominato: “Y” ed esige che le sedute avvengano tramite il telefono (richiesta non negoziabile). Victoria è affascinata e al contempo spaventata dall’uomo, un “signor oratore che tende a prevaricarla con le parole”.

Ho trovato molto coinvolgente, lo dico con sincerità, il confronto dialettico tra i due personaggi principali e soprattutto le dinamiche contorte che lungo il prosieguo della storia si vengono a innescare. Quella che sembra passarsela peggio è proprio Victoria, talmente soggiogata da Y, da isolarsi, confondersi e arrivare perfino mentire per continuare a perdersi nelle sue storie bizzarre.

La trama è per certi versi sinistra: un uomo intelligente e contorto cerca di conoscere le persone in modo malsano, spiandole quando pensano di essere sole e la modalità attraverso la quale riesce in questo discutibile intento, la scoprirete leggendo.

Ho letto questo libro in maniera vorace, mi ha catturata, l’ho trovato ironico, brillante e dal taglio raffinato. Consigliato! Da evitare in caso di Disturbo Delirante di tipo Persecutorio, potrebbe aggravare la sintomatologia.

L'UOMO VISIBILE

Traduttore: Leonardo Taiuti
Editore: Alter Ego
Collana: Specchi
Anno edizione:2020
In commercio dal:23 novembre 2020
Pagine:288 p., Brossura

LE CITTA’ DI CARTA di Dominque Fortier




Non esiste un vascello veloce come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesie che si impenna -
questa traversata
può farla anche il povero
senza oppressione di pedaggio -
tanto è frugale
il carro dell’anima.
Emily Dickinson

Comignoli delle case che si stagliano alla maniera di candeline su una torta, piccole strade che sembrano continenti, giardini come galassie; sensazioni belle e brutte assumono colori e sapori assolutamente straordinari attraverso la multiforme capacità di immaginazione di una strana bambina, che non dice mai ciò che ci si aspetta da lei e comprende il mondo attraverso le parole; il suo nome è Elizabeth Dickinson anche se preferisce farsi chiamare Emily. L’autrice Dominique Fortier racconta con uno stile delicato a e a tratti lirico, la vita della poetessa più importante della letteratura mondiale. Di lei si sa poco, tranne che nacque nel 1830 in una piccola cittadina del Massachsetts, non si sposò, non ebbe figli e trascorse gli ultimi anni della sua vita nella sua stanza dove compose splendide poesie. Molte sono le congetture sulle motivazioni che hanno condotto a questa clausura volontaria, ma non c’è nessuna certezza. Nel libro LE CITTA’ DI CARTA si alternano scorci di vita dell’autrice a quelli della Dickinson, una donna sempre in bilico sull’orlo delle cose, sospesa sul precipizio tra un mondo e l’altro. Brilla su tutta la lettura la capacità narrativa degli eventi della vita della poetessa, una forza creativa di grande sensibilità che parte da fatti accertati e li arricchisce di finezza psicologica.

Molto interessante!

 

NINNANO’ di Fausto Romano

Ninnanò

Smania di successo, odio, sentimento di vendetta, sono solo alcuni degli ingredienti di Ninnanò, un thriller dalla costruzione dinamica e intensa, che scava nella natura umana lasciandoNinnanò affiorare con forza negativa e devastante, aspetti profondi e impulsi sorprendenti.

NINNANO’ di Fausto Romano, pubblicato da ALTER EGO EDIZIONIracconta la storia di Lucio e della sua famiglia, composta dalla giovane moglie Caterina, e dall’amata figlioletta Marika. Il contorno è quello di Terrazza, un piccolo comune della Puglia di circa quattromila anime: “simile ad un ombrellone a gennaio: non serviva a nulla e non interessava a nessuno”. All’improvviso, il paese si ritrova al centro dell’attenzione mediatica generale, quando Marika, la figlia di Lucio, scompare misteriosamente dalla sua stanza, mentre la mamma è fuori per la spesa, e lui si trova in cucina per bere una tisana. L’indagine è condotta al maresciallo Tosco, un uomo solitario e impenetrabile, arrivato a Terrazza da poco, e mal visto dalla popolazione. Pian pianino, affiorano verità scomode e depistaggi disorientanti. Chi, e per quale motivo, ha rapito la piccola?

NINNANO’ espone le drammatiche vicende che si snodano attorno all’oscuro e incomprensibile rapimento di Marika. Un caleidoscopio di personaggi anima il racconto e lo caratterizza.ninnano Nonostante il romanzo sia piuttosto breve, riesce comunque ad essere incisivo e pungente. L’autore si distingue grazie ad una scrittura sempre in bilico tra ironia e dramma; al centro dell’attenzione, alcuni meccanismi distorti della società moderna, tra i quali, il bisogno di avere successo e visibilità a tutti i costi, non importa se effimeri e senza fondamento. La televisione del dolore, che tanto attrae il pubblico, è descritta in maniera impietosa e ruvida. Il cinismo di certi personaggi è triste, ma realistico. Spicca tra tutti la giornalista rampante Angela Vanni, che non vede l’ora di dare una bella scossa alla sua carriera, e approfitta della notizia del rapimento per mettersi in evidenza, e farsi notare dalle alte sfere; fredda e determinata, è disposta a tutto pur di ottenere la tanto agognata notorietà, ma c’è qualcuno di più spregiudicato, che nell’ombra sta giocando una partita della quale solo lui conosce le regole…

Bello il colpo di scena finale. Lettura consigliata!

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Titolo: Ninnanò

Autore:Fausto Romano

Collana: Spettri

Pagine: 186

LA VITA TRAGICOMICA di Gabriele Giuliani

la vita tragicomica

 

Situazioni grottesche e personaggi assolutamente atipici sono gli ingredienti principali del libro intitolato LA VITA TRAGICOMICA 9788893432504_0_221_0_75 di Gabriele Giuliani, pubblicato da AUGH! nella collana frecce. L’atmosfera del romanzo si scalda fin da subito con il primo racconto intitolato LA SIGNORA GASTARDELLI, nel quale gli abitanti di un piccolo paese si trovano ad assistere loro malgrado all’incredibile passaggio da un funerale a una festa e poi a due funerali, con la conseguente comparsa di sentimenti contrastanti a generare  confusione e un certo senso di stizza… Nella storia successiva, GIANGIA’ DETTO IL CALMO, si racconta di un orfano cresciuto dalle Orsoline in un convento. Di indole mite e tranquilla e restio alla ribellione, Giangià è il perfetto capro espiatorio di tutti, e accetta il suo destino con rassegnazione e un semplice: già già. Vive in un mondo tutto suo, aspettando che tutto finisca o che la gente smetta di accanirsi contro di lui.  Ne LA BUCCIA DI MANDARINO, un uomo cede alle lusinghe della pubblicità in tv. Pagherà cara la sua scelta!

Una carrellata di personaggi inconsueti e situazioni bizzarre al limite del surreale. Una lettura che mi ha fatto ridere amaramente, come nel racconto GIANGIA’ DETTO IL CALMO,la vita tragicomica oppure spalancare gli occhi per la sorpresa. La storia che ho preferito in assoluto è stata UN UOMO QUALUNQUE, nella quale si racconta di come anche l’esistenza di un uomo mediocre, senza particolari abilità e semplicemente nella media, può attraversare un istante cruciale nel quale riveste un ruolo determinante per cambiare il corso di certi eventi. Il protagonista è un uomo qualunque, una persona la cui vita è stata fondamentale solo per compiere in una dato momento una scelta, fondamentale perché si mantenessero certi equilibri. Emerge dalle righe una concezione teleologica, che tende a individuare un destino, un sottile filo invisibile che conduce al compimento di una finalità già prestabilita.

Le storie sono interessanti, come quella del signor Cantì, che una mattina si sveglia e legge sul giornale il proprio necrologio. La scrittura è piacevole; la trama si sviluppa veloce e talvolta perde consistenza. Echi di celebri novelle rimandano alla formazione letteraria dell’autore e ne definiscono lo stile.

Visioni conturbanti si alternano al racconto di desideri ordinari e un tantino bislacchi, come per esempio, il tarlo fisso di uno dei protagonisti di mangiare una succosa bistecca, oppure la pigra immagine evocata da una pubblicità in tv, a generare il bisogno improvviso di comprare dei mandarini, che con la loro buccia dal colore caldo e rassicurante, scaldano l’immaginazione e l’atmosfera di un altrimenti freddo e monotono inverno. Ambientazioni quotidiane, quasi scontate, si distorcono  per destabilizzare, creare un punto di rottura e rimandare i bagliori sfaccettati dei molti riflessi dell’anima umana. Così è, La vita tragicomica.

 

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Editore: Augh!
Collana: Frecce
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 22 maggio 2019
Pagine: 130 p., Brossura

IL SENTIERO DEI FIGLI ORFANI DI GIOVANNI CAPURSO

il sentiero dei figli orfani

Buona giornata a tutti quelli che leggono il mio blog. Oggi vi presento la mia ultima lettura che s’intitola IL SENTIERO DEI FIGLI ORFANI di Giovanni Capurso, pubblicato dalla Alter Ego Edizioni nella collana Specchi.

Fin dalle prime pagine s’intuisce la natura fortemente intimista di questa emozionante lettura. Mi è piaciuta molto la scelta di inserire ad arte una toccante poesiaimages di Emily Dickinson intitolata il Passato, che prende per mano il lettore con le sue parole malinconiche e lo adagia dolcemente all’interno della narrazione. La storia è un percorso a ritroso nella vita di Savino. L’ambientazione è quella del suo paese d’origine, San Fele, non lontano da Potenza. Siamo ai primi anni Novanta, anni nei quali tutto sembra mutare velocemente mentre il piccolo borgo appare arroccato nelle sue tradizioni e usanze, scandite solo dalla ciclicità della natura. La bella stagione è appena fiorita e il protagonista del romanzo è un ragazzino vivace e curioso che si affaccia alla vita da “principiante“.  Le scoperte, le riflessioni, le nuove conoscenze e gli accadimenti non sempre piacevoli, saranno il banco di prova della sua maturazione affettiva e relazionale, il punto di partenza per la crescita interiore e il seme dal quale nasceranno le decisioni sul futuro…

IL SENTIERO DEI FIGLI ORFANI si distingue per la scrittura gradevole e per le descrizioni, movimentate e ricche di fascino, così evocative da emergere dalle righe  e arrivare dirette ai sensi lettore:  profumi pungenti dei campi, il suono dei campani al collo delle bestie al pascolo. Il caldo africano calato su quel versante del monte che stringava la testa, più di quello dell’Inferno” .

Nella storia occupa un posto privilegiato il valore dell’amicizia, rappresentato ottimamente nel legame sincero e simbiotico tra il protagonista Savino e Radu detto Anguilla,  e nel rapporto di confidenza e lealtà tra il protagonista e Amleto, nonostante l’ambiguità e la stranezza dei comportamenti di quest’ultimo. Anche il sentimento dell’amore trova la sua massima espressione, nella relazione concreta tra i genitori di Savino, fatta di piccoli gesti quotidiani, che valgono più di mille parole: la seguiva con lo sguardo, senza darlo a vedere; erano fugacissime carezze a distanza”. Un passaggio delicato e toccante.

Savino nel corso del romanzo si affaccia con curiosità al mondo degli adulti e impara a crescere il sentiero dei figli orfaniattraverso esperienze belle e brutte, come la morte della nonna Giulia che lo avvicina per la prima volta alla morte, oppure la conoscenza con Adamo, dal passato misterioso. L’incontro con la tormentata Miriam, oltre che costituire una svolta nella sua vita sentimentale, porta con sé una rivelazione: prende coscienza del fatto che quelle montagne e le valli tra le quali è cresciuto, e che fino a poco tempo prima riproducevano tutto il suo mondo, si trasformano, viste attraverso gli occhi della ragazza, in una sorta di prigione; realizza di non aver ancora visitato nulla di importante. A sua volta Miriam, con la curiosità di chi viene dalla città, si ritrova ad ammirare i paesaggi e la luminosità argentea delle rocce che emergono dall’acqua, la bellezza dei sentieri impervi delle valli… Un rapporto, quello tra questi due ragazzi, dal quale ciascuno trarrà i propri insegnamenti.

Ottima la caratterizzazione dei personaggi principali, connotati meravigliosamente sia dal punto di vista fisico che da quello caratteriale. In particolare lo zio Gaetano, reso pienamente; sembra quasi di toccarlo per quanto è concreto, nitido, fin nelle più piccole minuzie. La storia racchiude nel suo scrigno, anche qualche discreto colpo di scena che le conferisce una nota drammatica. Un romanzo a mio parere scritto molto bene. Il finale commuove. Una bella lettura.

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Autore: Giovanni Capurso

Collana: Specchi

Pagine: 204

 

Grazie Valentina per la bella lettura.

LORO SONO CAINO di Flavio Ignelzi

recensione

Buongiorno a tutti, lettori e non. Oggi voglio parlare di un libro piuttosto interessante, dedicato agli amanti del thriller a tinte soprannaturali; il titolo è di quelli che incuriosiscono: LORO SONO CAINO, dell’autore Flavio Ignelzi, ecco per voi qui di seguito, la  la trama e la mia opinione.

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Una giovane donna di città si trova ad una festa, ma non si sta divertendo, pensa ai pochi esami universitari sostenuti con scarso impegno e alla difficile situazione sentimentale nella quale si trova. Tutto il suo mondo è quasi giunto alla fine. Decide di dare un taglio definitivo con il passato e lo fa cercando un periodo di riflessione  da trascorrere nella casa tra i boschi nel suo paese d’origine.

Una commessa single quarantenne in un piccolo supermercato di paese è conosciuta da tuttirecensione come la ianara e vive circondata da un alone di diffidenza e paura a causa di timori, soggezione e dicerie. Di giorno è una lavoratrice irreprensibile, ma nel tempo libero è solita frequentare un sito internet per adulti. Dopo molti mesi di selezioni, foto censurate, filmatini indecenti, serate trascorse a chattare e sondare le risposte e a bloccare profili troppo volgari, finalmente riesce a trovare qualcuno di adatto e fissare un appuntamento. Non tutto andrà come aveva immaginato…

A fare da sfondo a queste storie di donne tormentate, una perturbazione particolarmente violenta, ampiamente preannunciata dalle previsioni del tempo e da qualche trasmissione televisiva nazional-popolare. L’elettricità atmosferica che permea l’ambiente, si integra perfettamente al clima interiore dei personaggi che diviene sempre più oscuro, man mano che la narrazione prosegue. Il risultato è un concentrato di aggressività liberamente fluttuante che troverà l’obiettivo sul quale concentrarsi, ed esplodere. Una storia dove le vittime e i carnefici si confondono tra loro e disorientano.

La lettura è piuttosto breve, le pagine scorrono veloci, la tensione aumenta e raggiunge l’apice nel finale, nel quale la natura, la superstizione e la paura si mescoleranno in un mix letale. Se amate le case nel bosco, di quelle diroccate, sperdute in mezzo al niente, circondate da animali silenziosi, in agguato, e dalla vegetazione a perdita d’occhio, e soprattutto se non vi impressiona il pensiero di una pozza di fango perenne che staziona davanti alla porta di casa e i cui miasmi mefitici ogni tanto si manifestano attraverso bolle che inghiottono, be’ questo romanzo fa per voi!

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loro sono Caino

Loro sono Caino

Titolo: Loro sono Caino

Autore: Flavio Ignelzi

Collana: Ombre

Pagine: 156

Fra la via Aurelia e il Mississippi-Sei racconti in “blues” di Marco Di Grazia

I libri sono davvero fantastici, permettono di vivere emozioni dai mille colori, di viaggiare da un2019-04-05 10.17.57 posto all’altro alla velocità di un giro di pagina ed entrare in contesti che non si conoscono, innamorarsene o talvolta odiarli in modo inesorabile… Qualche giorno fa ero completamente immersa nel passionale mondo dei ballerini di tango e delle milonghe, e oggi entro nell’ambiente che ruota attorno ad un genere musicale a me quasi del tutto sconosciuto: il blues. Fra la via Aurelia e il Mississippi di Marco Di Grazia è il libro che ho letto questa settimana. Se vi piace la musica che sgorga dall’anima e si trasferisce alla voce, se adorate i suoni pieni di lamenti e grida furiose dove ci sono sesso, vita e verità, ecco a voi serviti sei racconti in “blues”!

In Guitar string blues siamo nel 1971 con l’ex sergente dell’esercito Elmer Dixon, da poco rientrato dal Vietnam a causa di una brutta ferita. Si trova nella Contea di Cohaoma, Stato del Mississippi per cercare un certo Abe Freeman e con sé, porta una Colt a canna corta. Elmer dice di essere uno che raccoglie storie e le racconta, e da Abe ne cerca una in particolare, che vuole sentire direttamente dalla voce di chi l’ha vissuta. Il finale del racconto sarà intriso dal colore rosso vivo del sangue e dalle note di un blues triste e malinconico.

Nel racconto intitolato Lo chiamavano Strogoff, il lettore si ritrova proiettato ad un’estatesei racconti in blues degli anni novanta, precisamente in un paesino della campagna Toscana. Strogoff (così è soprannominato il protagonista per via della sua passione per il romanzo di Verne “Michele Strogoff”, appunto) è un bassista poco dotato, che è solito vestire come Stevie Ray Vaughan, un bluesman texano di cui è grande fan. Strogoff è un personaggio misterioso, provvisto di un certo magnetismo e notevoli doti narrative, sospeso in una dimensione tutta sua, fuori dal tempo, come la casetta immersa nel bosco nella quale vive con il nonno. La morte, a causa di un incidente aereo, del suo idolo Stevie Ray porta a conseguenze inattese:  geniali capacità emergono laddove prima non c’erano, e un’ incomprensibile scomparsa lascia tutti con una domanda senza risposta. Il finale sarà impregnato dalla musica di un blues denso di follia, arte, genio, meraviglia e violenza.

Fra la via Aurelia e il Mississippi di Marco Di Grazia è un libro gradevole, con un protagonista2019-04-05 10.17.57.jpg davvero speciale a fungere da filo conduttore: il blues. Questa musica intensa, fa da sfondo a sei storie che toccano gli argomenti più svariati tra i quali il razzismo, i viaggi, il mistero e cruenti omicidi. In Martha Rae, il mio racconto preferito, il lettore si trova assieme ai protagonisti, faccia a faccia col demonio in un crocevia della statale con la Highway a mezzanotte, e in questo caso il blues si tingerà delle note colorate di una melodia tagliente e trascinante, calda e avvolgente come… fuoco! Nel racconto finale, si chiude in bellezza con il racconto più particolareggiato e ricco d’atmosfera, che s’intitola Honky tonk trainQui, il lettore fa la conoscenza di un investigatore e del suo assistente, entrambi oppressi dal peso di un vissuto ingombrante: impareranno entrambi a proprie spese che “il passato non è un pacchetto che si può mettere da parte” (Emily Dickinson);  presto ritornerà sotto forma di una bellezza conturbante e nemici pericolosi da sconfiggere.

Il linguaggio utilizzato nella narrazione è semplice, colloquiale, talvolta un pizzico crudo, ma rende benissimo situazioni e personaggi. Le storie sono amabili, ciascuna con le proprie peculiarità. Una lettura d’evasione, scritta con competenza. L’autore trasmette inequivocabilmente il suo amore per la musica e il messaggio arriva forte e chiaro. Credo che in questo, risieda il punto di forza di questo libro.

Buona lettura.

 

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sei racconti in blues

Editore: Augh!
Collana: Tomahawk
Anno edizione: 2018
In commercio dal: 29 giugno 2018
Pagine: 176 p., Brossura

TanguEros-Storie di ballerini tormentati di Mario Abbati

Già dal titolo, TanguEros, si evince la natura estremamente passionale di questa raccolta di dodici tanguerosracconti scaturiti dalla fantasia di Mario Abbati. Sembra che questa danza davvero imprevedibile, complessa e divertente, sia una grande passione dell’autore, come possiamo notare anche dalle molte delle sue opere, come La donna che ballava il tango in senso orario (2011) e Vado a comprarmi le scarpe da tango (2015). La ragione è da ricercare nella natura stessa di questo tipo di ballo, dove la coppia comunica attraverso il corpo, scambiandosi costantemente sensazioni ed emozioni; l’evoluzione del ballo non è codificata, ma cambia sempre a seconda della sensibilità e l’estro dei ballerini. Se si frequenta per la prima volta una milonga si resta impressionati dal fatto che ogni coppia si muove in maniera decisamente svariata. Durante la serata si ha difficoltà a ritrovare le stesse figure e si è portati a credere che il numero di passi sia elevato. Questa percezione non è del tutto sbagliata, poiché ogni coppia può costruire nuovi passi a partire da un limitato numero di elementi, cosa che effettivamente avviene spesso durante il ballo anche fra persone che non si sono mai incontrate, e ciò rende questa danza estremamente intrigante e coinvolgente…

I racconti, tutti molto interessanti, aprono uno spaccato multiforme e variegato sul mondo dei taungueros. TanguErosIl protagonista assoluto è Mario, ballerino smaliziato alla ricerca dell’amore. In Fernandito, un pavimento in parquet lucidato per sbaglio con la cera rischia di mettere a repentaglio la serata de L’Appennino Tango Festival: la soluzione che Mario proporrà al proprietario dell’albergo per evitare che i ballerini si trasformino in pattinatori sul ghiaccio avrà delle conseguenze davvero inaspettate… Ne La Cumparsita, Isotta chiede a Mario di partecipare come compagno ufficiale alla performance di tango che eseguirà di fronte al pubblico della sua accademia di danza. L’ improvvisa sostituzione di Mario con un altro ballerino innesca una miccia che trasforma la magia del tango in una vampata di tragedia, il tutto innaffiato dalla melodia semplice e coinvolgente della Cumparsita.

Ciascuno dei dodici racconti si sofferma sui vari aspetti della passione di Mario per il tango2019-03-30 16.30.13.jpg e il mondo che lo circonda: il risultato è un universo multiforme e sfaccettato di situazioni talvolta comiche, altre paradossali e altre ancora a tinte fosche. Su tutto prevale la ricerca dell’amore, che porta Mario ad imbattersi in numerose tipologie di donne, ciascuna con le sue peculiarità… inutile dire che l’uomo ogni volta s’ illude di aver trovato la persona ideale, ma purtroppo il miraggio amoroso si dissolve presto, quando la musica del tango cessa e sulla sala da ballo si spengono le luci.

Ho apprezzato molto il modo di scrivere dell’autore: semplice, ma d’effetto. Il protagonista Mario è davvero simpatico; la sua natura altruista, talvolta, lo caccia nei guai, come succede nel racconto che ho preferito: Questione di centimetri, che mi ha fatto ridere di gusto! Ne la Caldaia invece, ho apprezzato la riflessione sul parallelismo tra il tango e la realtà, “percepiti come collegati da un ponte invisibile, che per quanto uno cerchi di nascondersi sotto vestiti scintillanti e scarpe aerodinamiche, alla fine i vuoti esistenziali rimangono là, tanto più evidenti quanto più acuto è lo sguardo di chi osserva.” Penso che questa frase racchiuda appieno lo spirito del libro.

Very good!

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DI NESSUNO di Simona Mangiapelo

Oggi parlo della mia ultima lettura che s’intitola DI NESSUNO,  di Simona Mangiapelo. Di seguito troverete la mia opinione e la trama che ho sintetizzato per voi.

Elisa conduce una vita poco appagante e monotona accanto al marito che sembra non vederla9788893330893_0_221_0_75 davvero. Le giornate si susseguono sempre uguali fino a quando incontra Alessandro, una vecchia conoscenza risalente al periodo dell’adolescenza. La chimica tra i due è istantanea, tanto da spingere Elisa ad intraprendere una relazione con l’uomo, ingannando la propria famiglia. Riemergono, prepotenti e profetiche alla memoria della donna cresciuta in una casa famiglia, le parole di Suor Adele, la quale usava dire: “quando inizi a mentire stringi un patto col demonio. E non potrai più tornare indietro. Verrai risucchiata in una voragine di menzogne. E la tua vita diventerà una farsa”. Peccato, però, che il bisogno di Elisa di introdurre uno scossone alla sua esistenza piatta, anche a costo di renderla una farsa, è per lei più eccitante di qualsiasi deterrente. Del resto, chi non ha un segreto da custodire? E quante bugie è disposto a raccontare pur di mantenerlo tale?

Il libro DI NESSUNO  di Simona Mangiapelo racconta un amore  infedele e lo fa con un linguaggio semplice, diretto, talvolta esplicito, ma mai morboso. Attraverso il racconto che 2019-03-26 09.06.45.jpgsi dispiega lungo le pagine scorrevolissime di questo breve romanzo, abbiamo la possibilità di sbirciare dal buco della serratura la vita di Elisa, trentenne stanca della routine familiare. Quello che emerge fin da subito è la totale mancanza di senso di colpa della donna, che nella relazione infedele cerca di sentirsi viva: i suoi figli, la sua vita, la tranquillità, non le bastano più, le sembra quasi di annaspare nel vuoto in cerca di ossigeno. Ad un certo punto però, Elisa perde il controllo, e da lì in poi ogni suo comportamento, ogni pensiero, è rivolto solo ed esclusivamente all’amante, mentre intorno a lei tutto sembra vacillare; la situazione precipita quando suo figlio finisce in ospedale e lei non ne sa nulla, presa com’è dall’impeto della passione travolgente che sta vivendo. Presto, il castello di menzogne sul quale ha eretto la sua fragile esistenza  crolla sotto i colpi sferzanti delle molte cose che ignora di Alessandro: Elisa viene travolta dalla violenza e finalmente riesce a realizzare una spiacevole verità…

Un personaggio ambivalente quello di Elisa, non privo di contraddizioni; galleggia sospesa alla ricerca della felicità attraverso la trasgressione, ma in realtà è ancorata ben salda ad una vita piuttosto inquadrata. Appare cinica quando osserva con insofferenza il marito Flavio, ma lo nasconde dietro un amabile sorriso di circostanza. Sogna di evadere, ma al minimo segno di difficoltà ritorna da lui per chiedere rifugio e soccorso. L’ombra delle vecchie ferite dovute all’abbandono subito da piccola e la vita nella casa famiglia probabilmente hanno scavato un solco profondo nella sua anima: Elisa non si sente e non vuole essere vincolata a niente e nessuno.

DI NESSUNO è un romanzo crudo, mordace, passionale, con un finale dal retrogusto amaro.

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Editore: Alter Ego
Collana: Specchi
Anno edizione: 2017
In commercio dal: 16 novembre 2017
Pagine: 140 p., Brossura

 

 

Recensione: LE CONGIUNZIONI DELLA DISTANZA di Mimma Leone

Buona domenica a tutti! Oggi parlo del libro LE CONGIUNZIONI DELLA DISTANZA di Mimma Leone pubblicato da AlterEgoEdizioni. Di seguito la trama e la mia opinione.

Ginevra ha quarantuno anni ed è docente di antropologia all’università di Venezia.  E’ stata una studentessa timorosa, sola e poco abbiente, ma grazie allo studio, suo compagno insostituibile, è riuscita a ritagliarsi il suo posto nel mondo. Da qualche tempo soffre di un dolore sordo al petto e di fitte fra viscere e gola che la attanagliano, probabilmente di natura psicosomatica. Quando un giorno apprende dalla tv che la sua amica d’infanzia Anna si è allontanata da casa senza fare più ritorno, inoltrandosi in una zona del litorale salentino conosciuta col nome di Baia del Diavolo, le fiamme che da qualche giorno lambiscono la parte alta del suo corpo assumono l’inquietante sentore di un presentimento. Ginevra decide, su pressione del suo amico Antonio, poliziotto presso il reparto mobile di Brindisi, di fare ritorno nella sua terra d’origine per aiutare le ricerche della polizia in qualità di consulente esterna e grazie alla sua conoscenza del territorio.

LE CONGIUNZIONI DELLA DISTANZA di Mimma Leone si presenta come un thriller, ma credo sia riduttivo ascriverlo in una categoria specifica. Sebbene la storia si fondi su una scomparsa e un’indagine, infatti, lo stile narrativo dell’autrice è molto evocativo e a tratti lirico. Le incursioni assai frequenti nell’introspezione, poi, conferiscono alla lettura le peculiarità di un viaggio simbolico alla ricerca di se’, che per la protagonista può avvenire solamente nella terra natia, dove “la campagna selvaggia da una parte e lo Ionio limpido e scintillante dall’altra, insieme separati e fusi” già in precedenza rifugio dei suoi genitori, le permettono di guardarsi come davanti a uno specchio.

Fin dalle prime pagine di questo libro, l’immagine predominante è quella della protagonista Ginevra, descritta come una donna tormentata da un passato che le si riflette nella memoria in maniera deforme e frammentata, come una porta sconosciuta da aprire per entrare nelle stanze della sua anima.

Bello il ritratto di Venezia che l’autrice dipinge nel descrivere le chiatte  e i ponti della città, tanto amati da Ginevra per i loro colori desueti e il fascino eterno: “Una posa eterna di bellezze fiere e resistenti. Nel labirinto di vicoli che aprivano strade e chiudevano passaggi per creare altri varchi, più tortuosi e segreti…Venezia era una maschera d’epoca, liquida vicino agli occhi e attorno alla bocca, che si allargava in un sorriso misterioso e a volte crudele.” 

LE CONGIUNZIONI DELLA DISTANZA è una lettura dal forte potere immaginifico, capace di creare suggestioni: si avvolge su se stessa e da vita ad un’atmosfera piuttosto intimista. Una lunga riflessione sulla vita della protagonista, tra abbandoni e rinascita, passato e presente.

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le congiunzioni della distanza

 

Titolo: Le congiunzioni della distanza

Autore: Mimma Leone

Collana: Spettri

Pagine: 200